Recensione 'Acquanera' di Valentina D'Urbano - Longanesi


SINOSSI
È un mattino di pioggia gelida quello in cui Fortuna torna a casa. Sono passati dieci anni dall'ultima volta, ma Roccachiara è rimasto uguale a un tempo: un paesino abbarbicato alle montagne e a precipizio su un lago, le cui acque sembrano inghiottire la luce del sole. Fortuna pensavo di essere riuscita a scappare, di aver finalmente lasciato il passato alle spalle, spezzato i legami con ciò che resta della sua famiglia per rinascere a nuova vita, lontano. Ma nessun segreto può resistere all'erosione dell'acqua nera del lago. A richiamarla a Roccachiara è un ritrovamento, nel profondo del bosco, che potrebbe spiegare l'improvvisa scomparsa della sua migliore amica, Luce. O forse, a costringerla a quel ritorno è la forza invisibile che, nonostante tutto e tutti, ha sempre unito la sua famiglia: tre generazioni di donne tenaci e coraggiose, ognuna a suo modo. E forse, questa volta, è giunta l'ora che Fortuna dipani i segreti nascosti nella storia della sua famiglia. Forse è ora che capisca qual è la natura di quella forza invisibile, per riuscire a darle un nome. Sperando che si chiami amore.
TITOLO: Acquanera 
AUTORE: Valentina D'Urbano 
EDITORE: Longanesi 
DATA DI PUBBLICAZIONE: 19 settembre 2013 
PAGINE: 360 
CODICE ISBN: 9788830434387 
PREZZO: 14.90 €


TRAMA 8 PERSONAGGI 7 STILE 8 INCIPIT 7 FINALE 6 COPERTINA 6

3 stelle e mezzo
Discretamente Libridinoso ... e mezzo

1746 Letto in 3 giorni


Ho letto questo libro dietro consiglio minaccia di Daniela, che mi ha gentilmente detto: <<Se non leggi Acquanera non leggerò più nulla di ciò che mi consigli tu!>> E io a Daniela voglio bene, quindi l'ho letto. Questo romanzo io, ovviamente, lo conoscevo già. E me ne sono anche tenuta lontana perché c'era qualcosa, ogni volta che me lo ritrovavo tra le mani, che mi respingeva e me lo faceva mettere giù. Ma, ripeto, io a Daniela voglio bene.. E allora, visto che lei lo aveva definito una droga, ho ceduto!
Roccachiara è un luogo di fantasia, un piccolo borgo arroccato sulle rive di un lago scuro, un lago che evoca morte. È lì che vivono Clara ed Elsa. Ed è da loro che prende vita questa storia di donne e di mistero. Clara è la strega del paese. E, col tempo, l'isolamento e la diffidenza che l'hanno sempre circondata, avvolgeranno Elsa e poi sua figlia Onda e, infine, la nipote Fortuna. Onda, in questo nugolo di donne, è il personaggio che più mi ha infastidita. Onda è indisponente, saccente, ipocrita, cattiva.
Parlando di questo libro con Cuore, che lo sta leggendo proprio in questi giorni e di cui potrete leggere la recensione nella sua rubrica di venerdì, mi sono beccata l'appellativo di insensibile : <> Glisso sul fatto che le LGS mi chiamano acida quando sono in vena di gentilezze, perché solitamente sono definita SCADUTA (come lo yogurt!). Onda sceglie la direzione da dare alla sua vita. Ma la cosa che più mi ha urtata, e devo riconoscere che il mio passato mi ha sicuramente influenzata nell'esprimere questo giudizio, è il modo in cui Onda è madre. O forse dovrei dire "in cui NON È". Onda rifiuta Fortuna sin dal suo concepimento e mai, mai più sarà madre. Fortuna crescerà con Elsa, la nonna, continuamente rifiutata da questa madre un po' pazza, che preferisce parlare con i morti piuttosto che passare del tempo con lei. Scusa, Cuore, ma io Onda la prenderei a sberle!
Il finale. Ecco il punto dolente. Se la storia in sé mi è piaciuta, il finale mi è sembrato raffazzonato. Una serie di notizie buttate lì una dopo l'altra. La spiegazione, quasi ovvia, del rapporto tra Fortuna e Luce, non ha fatto altro che rendere banale qualcosa che, fin lì, era stato speciale. Anche il momento in cui Fortuna scopre chi sia suo padre, mi è apparso ovvio. Insomma, io avevo capito già a metà libro di chi si trattasse.
Che non sia un libro brutto lo potete capire da quel 3 e mezzo finale. La D'Urbano sa scrivere, questo è indiscutibile. E la storia cattura e l'atmosfera affascina e i personaggi parlano col lettore. Ma... ma io non sono una da noir. La cupezza, la tristezza, l'angoscia che suscitano questa storia non fanno parte di me come lettrice. Quindi, concludendo, posso dire che io questo libro lo consiglio, ma a chi ama il genere, perché, altrimenti, vi ritroverete a trascinarvi dietro una lettura che non vi appartiene e non vi entusiasma.

 

La Libridinosa

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