Recensione 'Sono stato un numero' di Roberto Riccardi

sono stato un numero
Titolo: Sono stato un numero. Alberto Sed racconta
Autore: Roberto Riccardi
Editore: La Giuntina
Data di pubblicazione:
14 gennaio 2009
Pagine: 165
Prezzo: 15.00 €
Versione e-book: --
Trama: Questo libro racconta la vita di Alberto Sed dalla nascita ai giorni nostri. Rimasto orfano di padre da bambino, Alberto ĆØ stato per anni in collegio. Le leggi razziali del 1938 gli hanno impedito di proseguire gli studi. Il 16 ottobre 1943 ĆØ sfuggito alla retata effettuata nel ghetto di Roma. ƈ stato catturato in seguito, insieme alla madre e alle sorelle Angelica, Fatina ed Emma. Dopo il transito da Fossoli, la famiglia ĆØ giunta ad Auschwitz su un carro bestiame. Emma e la madre, giudicate inabili al lavoro nella selezione condotta all'arrivo, sono finite subito nella camera a gas. Angelica, un mese prima della fine della guerra, ĆØ stata sbranata dai cani per il divertimento delle SS. Solo Fatina ĆØ tornata, segnata da ferite profonde: ha assistito alla fine terribile di Angelica ed ĆØ stata sottoposta agli esperimento del dottor Mengele. Alberto ĆØ sopravvissuto a varie selezioni, alla fame, alle torture, all'inverno, alle marce della morte. Ha partecipato per un pezzo di pane ad incontri di pugilato fra i prigionieri organizzati la domenica per un pubblico di SS con le loro donne. Dopo essere scampato a un bombardamento, ĆØ stato liberato a Dora nell'aprile 1945. Tornato a Roma, superate le difficoltĆ  di reinserimento, ha iniziato a lavorare nel commercio dei metalli e si ĆØ sposato. Ha tre figlie, sette nipoti e tre pronipoti.
Voti
Trama  10
Personaggi  10
Stile  10
Incipit  8
Finale  10
Copertina  10
Voto complessivo  9.7


Non sono una persona dalla lacrima facile. Non piango mai davanti ad un film, neanche il piĆ¹ strappalacrime che mi sia capitato di vedere. Poche cose mi commuovono. Non sono insensibile, semplicemente faccio fatica a commuovermi per un film, un cartone animato...neanche Love Story ĆØ riuscito a tirarmi fuori le lacrime.
Questo libro, invece, mi ha fatto piangere. Mi sono ritrovata con le lacrime che mi bagnavano il viso e non me ne sono resa neanche conto. Sono state lacrime di dolore, perchĆ© leggere di Auschwitz, anche per chi, come me, non ha vissuto direttamente quell'epoca, fa male. Fa male pensare di quanta cattiveria possa essere capace un essere umano contro un altro essere umano. Fa male leggere ciĆ² che hanno dovuto subire milioni di persone solo perchĆ© un folle, un pazzo, aveva deciso che LORO erano la causa dei mali della Germania.
Ma sono state anche lacrime di stupore, nel vedere come un uomo, nonostante tutto ciĆ² che ha dovuto subire, nonostante la perdita di tutta la sua famiglia, sia stato in grado di risorgere, di crearsi una sua vita, un suo percorso, una sua storia...
In questo libro, l'autore, Roberto Riccardi, raccoglie la testimonianza di uno dei sopravvissuti ad Auschwitz, Alberto Sed.
Alberto ĆØ uno dei tanti ebrei italiani che furono deportati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nato a Roma, vive un'infanzia serena sino al giorno in cui il padre muore d'improvviso. Lui e una delle sorelle vengono portati in collegio dalla madre che, assieme alla sorella piĆ¹ grande devono mandare avanti casa e lavoro. Per Alberto, perĆ², gli anni del collegio sono fatti di ricordi piacevoli, dallo studio alle partite di calcio, Alberto vive tutto con serenitĆ .
Sino al giorno in cui, a causa delle leggi razziali, si ritrova ai margini della vita
Non puoi giocare, sei ebreo
Alberto dovrĆ  lasciare il collegio, dovrĆ  nascondersi, ma a nulla servirĆ . Lui, la madre e le tre sorelle verranno catturati e portati ad Auschwitz.
Dopo l'estenuante viaggio in treno, centinaia di persone pigiate l'una sull'altra in vagoni senz'aria, arrivati ad Auschwitz verrĆ  separato dalla sua famiglia
Sul braccio mi venne tatuato un numero: A-5491, la mia nuova identitĆ . Dopo la famiglia e i vestiti, ero io che sparivo. Diventavo un numero.
Il primo passo verso la salvezza sarĆ  la conoscenza di Tasca, un militare di Frascati, che gli spiegherĆ  come sopravvivere all'interno del campo di concentramento. Regole come procurarsi tutto ciĆ² che puĆ² nutrirlo (foglie, bucce di patate...), non guardare mai negli occhi i soldati tedeschi, stare sempre rigido durante l'appello per non correre il rischio di sembrare malato ed essere destino ai forni crematori. SarĆ  durante questa conversazione che Alberto prenderĆ  coscienza del destino di sua madre (inabile al lavoro) e di Emma, la sorellina di 8 anni, entrambe destinate alle camere a gas non appena arrivate ad Auschwitz.
Alberto andrĆ  avanti, lotterĆ  con tutte le sue forze, incontrerĆ  persone disposte ad aiutarlo, sopporterĆ  la marcia che lo portĆ² via da Auschwitz. Tre giorni e tre notti, al freddo, in mezzo alla neve, vedendo morire molti dei suoi compagni, essendo costretto a lasciarli lƬ, a bordo strada, per non rischiare di essere ucciso a sua volta.
Finita la guerra, rientrato a casa, Alberto riabbraccerĆ  la sorella Fatina, unica sopravvissuta della sua famiglia. E scoprirĆ  che Angelica, la sorella piĆ¹ grande, ĆØ morta sbranata dai cani, per il divertimento dei soldati delle SS, sotto lo sguardo impotente di Fatina.
Alberto ĆØ riuscito a sopravvivere, ha avuto dei figli, dei nipoti e dei pronipoti. Si riuniscono tutti i venerdƬ a cena. Ed ĆØ una delle cose che colpisce di piĆ¹, durante la lettura. Il clima di serenitĆ , di famiglia, l'affetto che traspare dalle parole di Alberto.
Alberto che non ĆØ mai riuscito a prendere in braccio i suoi figli e i suoi nipoti perchĆ©, quando era ad Auschwitz i soldati facevano lanciare per aria i neonati e gli sparavano mentre erano in volo. Alberto con i suoi momenti di tristezza, con il suo carico pesante di ricordi. Alberto che, perĆ², ĆØ riuscito a costruire la vita che i tedeschi volevano estirpargli
Loro sono i frutti del mio albero, che qualcuno voleva estirpare insieme a tutta la mia foresta
ƈ bello questo libro, perchĆ© trasmette non solo l'orrore vissuto da milioni di persone, ma soprattutto la capacitĆ  di molti di loro di andare avanti, di ricostruire ciĆ² che dei folli volevano distruggere, di tramandare ciĆ² che volevano cancellare.
Alla fine del libro, l'autore si chiede "Come potrĆ² rendere l’idea di ciĆ² che ha significato per me conoscere Alberto Sed, frequentarlo, ascoltare la sua storia? "Io posso dire che ĆØ riuscito nel suo intento. Leggendo ci si immedesima in quel ragazzino, appena quindicenne, la cui unica colpa era quella di essere ebreo. E con lui si ripercorrono i passi dolenti della pagina piĆ¹ triste della nostra storia.
L'autore: Roberto Riccardi ĆØ nato a Bari nel 1966. ƈ ufficiale superiore dei carabinieri, laureato in Giurisprudenza e Scienze della sicurezza. Giornalista, ha collaborato a varie testate. ƈ direttore responsabile della rivista "Il Carabiniere". Vive a Roma.
La mia valutazione: Photobucket - Video and Image HostingPhotobucket - Video and Image HostingPhotobucket - Video and Image HostingPhotobucket - Video and Image HostingPhotobucket - Video and Image Hosting

La Libridinosa

Cosa fai nella vita? Leggo!

1 commento:

INFO PRIVACY

AVVISO: TUTTI I COMMENTI ANONIMI VERRANNO CANCELLATI. Se volete contestare o insultare, abbiate il coraggio di firmarvi!

Avete un'opinione diversa dalla mia? Volete consigliarmi un buon libro? Cercate informazioni? Allora questo ĆØ il posto giusto per voi...Commentate!^^